Scoppio del Carro Firenze: cos’è, quando e dove si fa

Scoppio del carro Firenze: cos'è, quando e dove si fa

Il prossimo mese appuntamento per assistere al tradizionale Scoppio del Carro a Firenze

Pasqua si avvicina e iniziamo a programmare le vacanze e le gite fuori porta. Se siete a Firenze in quei giorni è imperdibile l’antica tradizione dello scoppio del carro. I toscani sono molto attaccati alle loro tradizioni storiche e questa non fa eccezione, con tutta la sua spettacolarità. Vediamo quindi tutto quello che c’è da sapere sullo scoppio del carro Firenze.

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foto presa da firenzeurbanlifestyle.com

Scoppio del Carro Firenze: una storia lunga quasi 1000 anni

La tradizione dello “scoppio del carro” a Firenze risale al 1096, quando Papa Urbano II° mandò la prima Crociata per riconquistare il Santo Sepolcro e toglierlo ai Saraceni. Il comandante delle 2500 milizie della Crociata, Pazzino de’ Pazzi, nel 1099 attraversò le mura di Gerusalemme per piantare il vessillo cristiano nel punto più alto della città. Grazie a questo gesto divenne comandante generale e gli vennero consegnate delle schegge di pietra proveniente dal Santo Sepolcro. Nel 1101, una volta tornati a Firenze le pietre vennero date alle autorità Fiorentine, che le sigillarono in un cofanetto e le affidarono ai prelati della Chiesa di San Maria Sopra Porta oggi San Biagio.

Da qui inizia la storia della cerimonia vera e propria a cui tutt’oggi assistiamo. Il sabato di Pasqua a Firenze, nella cattedrale, si celebrava la cerimonia della distribuzione del fuoco sacro al popolo, proprio grazie a un bracere acceso con le pietre del San Sepolcro. Dal 1200 la famiglia Pazzi fece costruire un carro ricco di decorazioni per trasportare il bracere con le pietre per tutta la città. Ci furono diversi incidenti che causarono incendi lungo il corso dei secoli, così nel 1600 il carro diventò una struttura molto più imponente a 3 piani per minimizzare i rischi.

Scoppio del Carro Firenze: dove e quando

La cerimonia a cui si assiste anche oggi è molto fedele all’originale. Anche il carro utilizzato è quello originale, seppur restaurato. Si inizia il Sabato Santo con un corteo della Repubblica Fiorentina, guidato dal Gonfalone della città, che arriva alla Chiesa dei SS. Apostoli, consegnando il cofanetto con le pietre al Vescovo vicario. Tutti insieme raggiungono il sagrato di Santa Maria del Fiore, dove il Cardinale Arcivescovo accende il fuoco con le Sacre Pietre su un bracere messo davanti alla porta principale. Quindi il fuoco benedetto appena acceso viene portato all’interno del Duomo, dove rimarrà tutta la notte vegliato dai fedeli in preghiera.

Il giorno seguente, Pasqua, il corteo storico guidato dal Gonfaloniere e dallo stendardo dei Pazzi accompagna il Carro trainato da due buoi bianchi con tanto di ghirlande, partendo da Porta a Prato. Dal carro parte un cavo sospeso che attraversa tutta la navata e raggiunge una colonna centrale dove è appesa la colombina, fatta in cartapesta. Si celebra quindi la Messa Pasquale e l’Arcivescovo al momento del canto “Gloria in Excelsis Deo” appicca il fuoco alla miccia della colombina che, spinta da un piccolo razzo, arriva al carro e fa partire il vero e proprio scoppio. Infatti al carro sono attaccati mortaretti, piccoli esplosivi e castagnole, che fanno partire uno spettacolo di scoppi di 20 minuti circa, accompagnati dal suono delle campane.

L’orario dello scoppio è verso le 11 del mattino.

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foto presa da firenze.repubblica.it

La leggenda della Colombina e il Brindellone

Se siete superstiziosi fate particolare attenzione a quello che succede durante lo scoppio del carro. Secondo la tradizione infatti se il viaggio della colombina sarà perfetto e arriverà al carro senza problemi è segno di buon auspicio. Nel caso in cui la colombina si fermasse prima della metà è invece segno di cattiva sorte. Non ci credete? Nel 1966 la colombina si fermò prima e quello stesso anno ci fu la tragica alluvione della città.

Potreste invece aver sentito il termine “Brindellone” per descrivere il carro. In fiorentino brindellone si riferisce a una persona alta, ciondolante, malaticcia e pezzente, ma in maniera affettuosa. Sembrerebbe che la tradizione di chiamare i carri utilizzati negli eventi brindelloni risalga alla festa celebrata dalla Zecca Fiorentina per il suo patrono Giovanni Battista. Il 24 giugno un carro faceva il giro della città trainando un uomo vestito con gli stracci e ciondolante per l’ubriachezza, soprannominato appunto brindellone. Da quel momento la parola “brindellone” si utilizza per indicare tutti i carri usati nelle manifestazioni ed eventi pubblici.

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