Ogni anno, la sera del 25 dicembre, quando nel resto d’Italia le luci del Natale si attenuano e il silenzio della notte avvolge le case, nella Valle del Serchio avviene qualcosa di unico. Qui il Natale non si conclude attorno a un tavolo imbandito, ma prosegue sotto il cielo scuro, illuminato da colonne di fuoco alte anche dieci metri.
Sono i Natalecci di Lucca, una delle tradizioni più antiche e affascinanti della Toscana, radicata nei borghi di Gallicano, Perpoli, Bolognana e nelle piccole comunità che vivono lungo le rive del fiume.

Cosa sono i Natalecci di Lucca?
I Natalecci sono enormi torce costruite con rami di ginepro, tralci di vite e legna raccolta nei boschi circostanti. Vengono innalzate come giganteschi fusi, pronti a bruciare nella notte più simbolica dell’anno, la loro forma ricorda i covoni, ma la loro funzione va oltre l’estetica: sono un rito collettivo che unisce la comunità, un modo antico per accompagnare il Natale e salutare il ritorno della luce dopo il solstizio d’inverno.
Un’antica e spettacolare tradizione di Gorfigliano, un paese nel comune di Minucciano, in Garfagnana, che si trova nella provincia di Lucca; questi enormi falò cilindrici costruiti con materiali vegetali e incendiati la sera della Vigilia di Natale, il 24 dicembre, al suono dell’Ave Maria. L’evento è un rito millenario che mescola significati religiosi cristiani e antiche tradizioni pagane legate al solstizio d’inverno.
Quando il fuoco viene acceso, l’odore resinoso invade l’aria e le scintille si sollevano, danzando come piccole stelle. Intorno, il mormorio delle persone si intreccia con lo scoppiettio della legna, creando un’atmosfera sospesa, quasi sacra.
Origini e significato di un rito antichissimo
La storia dei Natalecci affonda le sue radici in epoche lontane, quando i riti del fuoco erano legati alle stagioni e alla protezione dei raccolti. Alcuni studiosi ritengono che la tradizione abbia origini pagane: il fuoco come simbolo di purificazione, rinascita e buon auspicio per l’anno nuovo.
Con l’arrivo del Cristianesimo, il rito si è trasformato e integrato nel Natale, diventando un modo per celebrare la nascita di Cristo e la speranza che porta con sé.
Ma la forza dei Natalecci sta anche nel loro valore sociale: accendere una torcia non è solo un gesto rituale, è un atto collettivo, un modo per affermare l’identità di un territorio che ha saputo custodire la propria memoria. Per gli abitanti della zona, i Natalecci rappresentano l’orgoglio di un passato che continua a vivere e a brillare, letteralmente, nel buio di dicembre.

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Dove e quando vedere i Natalecci a Lucca
Il momento più atteso arriva puntualmente la notte del 25 dicembre, quando i Natalecci vengono accesi uno dopo l’altro lungo il Serchio.
I borghi che partecipano alla tradizione si sfidano a distanza, in una sorta di competizione non ufficiale che vede protagoniste le diverse comunità, i punti più suggestivi da cui ammirarli si trovano nei pressi di Gallicano, Perpoli e Bolognana, piccoli paesi che si rispecchiano nel fiume e che, per una notte, diventano teatro naturale di un antico spettacolo luminoso.
In molti arrivano da Lucca e dalle province vicine per assistere all’evento: famiglie, curiosi, fotografi e appassionati di tradizioni popolari.
È consigliabile arrivare con un po’ di anticipo per trovare parcheggio e raggiungere a piedi i punti di osservazione, spesso situati lungo i sentieri o le strade che costeggiano il Serchio.
Come vengono costruiti i Natalecci
Costruire un Nataleccio richiede settimane di lavoro e un grande coordinamento tra gli abitanti: le strutture vengono create intrecciando rami e tronchi, fissati tra loro con maestria affinché possano bruciare lentamente, innalzando una fiamma stabile e luminosa.
I più esperti conoscono perfettamente l’equilibrio tra i materiali: il ginepro per il profumo e la scintilla, i rami più spessi per sostenere la struttura, la vite per legare e completare l’impalcatura.
Nei giorni che precedono il Natale l’attività nei borghi cresce: si raccolgono i materiali, si intrecciano le fascine, si controlla la stabilità della torcia. È un lavoro corale che coinvolge giovani e anziani, una sorta di passaggio di testimone tra generazioni.
Il fascino della notte dei fuochi sul Serchio
Quando le prime torce vengono accese, i borghi si fermano, dai punti panoramici, la vista è quasi surreale: alte colonne di fiamme che si riflettono sull’acqua scura, illuminate dal chiarore del fuoco mentre intorno la notte resta silenziosa. Si percepisce la forza del gesto, la continuità tra passato e presente, il respiro della comunità che custodisce le proprie tradizioni come un tesoro prezioso.
Le fiamme alte contro il cielo sono un inno alla luce, un segno di speranza che si rinnova ogni anno. È un modo semplice e potente per ricordare che anche nel cuore dell’inverno esiste una scintilla che resiste, che illumina, che unisce.
Perché assistere ai Natalecci almeno una volta?
I Natalecci di Lucca non sono solo un evento folkloristico, ma un’esperienza emotiva che colpisce profondamente chi vi partecipa.
Attraversare i borghi la sera di Natale, ascoltare le voci che raccontano storie antiche, vedere la comunità muoversi all’unisono, osservare il fuoco che sale alto nel cielo: tutto questo crea un ricordo che rimane impresso nella memoria.
Assistervi significa immergersi in una tradizione autentica, che parla di radici, appartenenza e legame con la terra.
Un Natale diverso, lontano dalle luci artificiali delle città, più vicino al respiro delle tradizioni genuine.
